Le 6 regole del successo secondo Arnold Schwarzenegger

Le 6 regole del successo secondo Arnold Schwarzenegger

Che cosa è per te il successo?

Nel 2009 Arnold Schwarzenegger venne invitato a tenere un discorso alla University of Southern California. Nel suo intervento sintetizzò le 6 regole fondamentali che gli avevano permesso di ottenere un successo strepitoso come atleta, attore e politico.

I 6 fattori del successo secondo Arnold Schwarzenegger sono:

 

Regola 1:

FIDATI DI TE STESSO

Abbi fiducia di te stesso indipendentemente da quello che gli altri pensano.

 

Regola 2:

ROMPI GLI SCHEMI

Le persone ben educate raramente fanno la storia.

 

Regola 3:

NON AVER PAURA DEGLI INSUCCESSI

Se hai paura, non proverai mai. Se non proverai mai, non avrai mai successo.

 

Regola 4:

NON ASCOLTARE I PESSIMISTI

Molti ti forniranno cento ragioni per cui, dal loro punto di vista, non puoi farcela. Tu non accettare “no” come risposta.

 

Regola 5:

LAVORA SODO

Sarebbe grave fallire perché non hai lavorato con abbastanza impegno. Non lasciare nessuna pietra non rivoltata. Se lavori sodo, otterrai comunque dei risultati.

 

Regola 6:

OFFRI QUALCOSA IN CAMBIO

Qualunque sia la tua scelta nella vita, trova sempre tempo per offrire qualcosa alla tua comunità.

 

 

E tu….

Quanto credi in te stesso? Qual è l’immagine che hai di te?

Cosa stai facendo di diverso dagli altri per distinguerti?

Come affronti gli insuccessi? Quanto permetti alla paura di fallire di inibire la tua azione?

Quanto potere concedi ai giudizi altrui? Quanto condizionano il tuo agire?

Cosa stai facendo e sacrificando per realizzare i tuoi desideri? Quanto sei disposto a rischiare e faticare per raggiungere i tuoi obiettivi?

Quanto valore aggiunto e amore stai donando agli altri?

“Sentivo di essere nato per essere una persona importante. Ovviamente ho notato che questo sembrava senza senso a tutti tranne che a me. Ma credevo che l’unico modo in cui puoi diventare una persona importante è ritenerti una persona importante e impegnarti al massimo per dimostrarlo. Se non credi in te stesso, come faranno gli altri a credere in te?”  Arnold Schwarzenegger

 

Le 6 regole del successo secondo Arnold Schwarzenegger

 

 E tu che ne pensi?

(…scrivi il tuo parere in fondo alla pagina se hai piacere di condividere la tua idea…)

Obiettivo Autostima

Che cos’è l’Autostima?

L’Autostima è l’idea che ognuno ha di sé e del proprio valore. E’ l’amore per se stessi, l’amor proprio. Quella sensazione di valere a prescindere da ogni giudizio altrui. Lo psicologo e filosofo statunitense William James definiva l’Autostima come il valore tra il Sé percepito e il Sé ideale. In poche parole è quanto più ognuno si avvicina al proprio ideale.

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Ho subito una domanda per te:

Quanta differenza c’è tra come ti vedi oggi e come vorresti essere?

 

La risposta a questa domanda può dirti molto su quanto sei soddisfatto di te stesso nel momento di vita presente. E questo grado di soddisfazione rappresenta il livello della tua Autostima, forza che influenza tutto quello che dici, pensi e fai regolarmente. L’Autostima è una fonte di gioia ed è il presupposto fondamentale dell’equilibrio personale e del benessere interiore.

Ricapitolando, l’Autostima è la stima che ognuno di noi accorda a se stesso. Va da sé che se dobbiamo accordarci della stima, dobbiamo avere dei motivi per poterlo fare.

Nella mia professione di Coach molto spesso mi capita che i clienti mi chiedano sin da subito di lavorare sull’Autostima e la prima domanda che rivolgo loro è sempre la stessa: “Ma tu cosa fai quotidianamente per poterti stimare?”. Perché è da qui che si inizia; la base, il punto di partenza, è la risposta a questa domanda.

Se vuoi stimarti devi avere dei motivi per farlo. Tutti quanti desiderano possedere un’Autostima più forte, ma non tutti sono disposti ad avere dei comportamenti, delle abitudini e degli atteggiamenti sostenibili nel tempo per potersi stimare veramente. Ora rifletti per un momento sulla tua vita di tutti i giorni e pensa a quali sono le cose che tu fai quotidianamente. Quali di questi comportamenti meritano la tua stima? Ci hai pensato? Hai trovato qualcosa per la quale, guardandoti dall’esterno, ti stimeresti? Hai individuato qualcosa di te di cui vai fiero?

Bene, se hai trovato molti motivi per stimarti ma provi ancora la sensazione di non possedere una salda Autostima, significa che non dai valore a questi aspetti; è arrivato ora il momento di iniziare a farlo! Impara a valorizzare le cose che fai. Impara a riconoscere in tutto quello che fai nella tua vita tutti quei motivi che aumentano la tua Autostima. Valorizza le cose che fai. Valorizza la persona che sei. Valorizza le lezioni che ti sono costate care ma dalle quali hai appreso e sei cresciuto più forte di prima. Se invece non sei riuscito a trovare nulla nei tuoi ricordi che possa essere degno della tua considerazione, rilassati e concentrati meglio, e credimi: ogni essere umano ha qualche motivo per potersi stimare.

 “L’essenza dell’autostima è fidarsi della propria mente e sapere di meritare la felicità.”

Nathaniel Branden

 

Proprio per allenare questo potente tratto del carattere ho realizzato una collana audiobook ed un ebook che hanno lo scopo di favorirne lo sviluppo.

La puoi trovare qui:

http://bit.ly/ObiettivoAutostimaCollection

A lezione da Walt Disney

Le persone geniali, nel loro vissuto quotidiano, guardano il mondo con occhio diverso; sono incuriositi dalla realtà circostante, che indagano con fervida immaginazione e la sperimentano arricchendo la loro conoscenza attraverso l’esperienza pratica; apprendono in maniera non settoriale ma globale; incrementano il loro potenziale attraverso l’allenamento di punti di forza capaci di trasformare i punti di debolezza in aree di miglioramento; puntano alle soluzioni aggirando o superando gli ostacoli non solo attraverso la razionalità ma anche grazie all’intuizione.

Pensi che i personaggi geniali che hanno segnato la storia non abbiano incontrato difficoltà ed ostacoli sul loro cammino?

Pensi che non abbiano dovuto sopportare grandi fatiche fisiche, sostenere enormi sforzi mentali e rinunciare a molte cose per dedicare tempo ed energie alla loro missione e vocazione?

Pensi che sia stato facile per loro accettare e gestire il rifiuto, l’opposizione e l’ostruzione della società nella quale vivevano?

Pensi che non abbiano sofferto la solitudine e l’emarginazione derivante dal proprio pensiero, portatore di nuove verità e innovazioni, che spaventava le persone restie al cambiamento?

Pensi sia stato semplice e indolore il processo di affermazione del loro pensiero in contrasto con le comuni convinzioni e spesso in anticipo con i tempi?

Nonostante tutto ciò hanno trovato in se stessi e nelle idee nelle quali credevano fermamente la forza ed i motivi per raggiungere le proprie mete.

 WALT DISNEY

Il 5 dicembre del 1901 a Chicago nacque Walter Elias Disney, il leggendario Walt Disney, il genio che attraverso la sua fervida fantasia donò al mondo creature meravigliose. Quarto di cinque figli, visse un’infanzia molto difficile, caratterizzata dall’abbandono della madre e dalla fatica del duro lavoro nei campi nella fattoria di famiglia.

Nell’autunno del 1909 una serie di eventi portarono la famiglia Disney a trasferirsi a Kansas City, dove la vita cittadina risultò ancora più dura, in quanto il padre, aprendo un’impresa di distribuzione di giornali costrinse il piccolo Walt ad alzarsi regolarmente a notte fonda per consegnare i giornali prima di andare a scuola. Frequentò la scuola fino al 1917 e si diplomò; contemporaneamente seguì un corso all’Istituto Artistico di Chicago, ma stanco dell’autorità paterna, lasciò la scuola per arruolarsi, ma fu rifiutato sia dall’esercito americano che da quello canadese per via dell’età. Allora usò uno stratagemma: modificò la data di nascita indicata sul passaporto in 1900 e questo gli permise di essere reclutato come autista volontario di ambulanze nella Croce Rossa durante la Prima Guerra Mondiale. Inviato in Francia, fece parlare di sé perché la sua ambulanza, a differenza delle altre, era completamente rivestita con le sue illustrazioni e i suoi fumetti.

Tornato in patria alla fine del conflitto, iniziò a lavorare come ritagliatore di immagini presso una società che si occupava di animazione, dove conobbe lo straordinario disegnatore Ubbe Ert Iwerks, che in seguito divenne il suo più stretto collaboratore, anche se al tempo nessuno avrebbe potuto immaginare che entrambi avessero un appuntamento con la storia, tantomeno i responsabili della testata giornalistica “Kansas City Star” che licenziarono Walt per mancanza di immaginazione e creatività!

La sua salda autostima non ne risentì e Walt continuò a seguire le sue passioni riuscendo a comprare, con il denaro messo da parte adattandosi ad ogni tipo di umile lavoro, la sua prima cinepresa con la quale eseguì numerosi esperimenti, intuendo che – se solo fosse riuscito a far muovere i disegni su carta – avrebbe rivoluzionato il mondo.

Walt improvvisò allora uno studio nel garage della casa che condivideva con il fratello Roy, dove cominciò a lavorare assiduamente tutte le notti insieme a Ub dopo l’orario di lavoro: da questa collaborazione nacque una breve serie di cartoon satirici, che lo rese una celebrità locale.

Nel 1922, insieme ad alcuni colleghi, fondò una piccola società di produzione per la quale realizzò sette brevi fiabe per bambini, adottando anche alcune innovazioni interessanti, come l’inserimento in “Alice Comedies”, per la prima volta, di una bambina vera in uno scenario di illustrazioni e creando nuovi personaggi, tra cui il coniglio Oswald. Nonostante la qualità tecnica e il discreto successo, l’attività non decollò perché i costi superavano le entrate e così fu costretto a dichiarare fallimento. Fu un periodo buio: Walt si ritrovò senza lavoro e senza soldi, in compagnia soltanto del suo sogno, al quale non voleva affatto rinunciare. L’ottimismo e la speranza che lo contraddistinguevano lo spinsero a cercare nuove soluzioni; acquistato un biglietto di sola andata per Los Angeles, approdò ad Hollywood, chiedendo ospitalità nella casa di uno zio.

Trascorreva le giornate contattando le grandi produzioni cinematografiche e ricevendo continui rifiuti e critiche, ma infine riuscì ad ottenere dalla proprietaria dell’Universal, Margaret Winkler, un contratto per la realizzazione di dodici film. Fu così che fondò insieme al fratello, nel garage dello zio, i Disney Brothers Studio.

Nel 1926 Walt sposò Lillian, dalla quale ebbe una figlia nel 1933; la famiglia aumentò qualche anno dopo, quando decisero di adottare un’altra bambina.

Nel 1928 i Disney Brothers Studio (già divenuti due anni prima Walt Disney Studio) cambiarono la denominazione in Walt Disney Productions, ma proprio in quell’anno il controllo dell’Universal fu assunto dal marito di Margaret Winkler, Charles Mintz, che cambiò radicalmente la politica aziendale, creando problemi finanziari a Walt e ai suoi collaboratori. Walt mostrò il proprio dissenso, ma comprendendo che la fretta non avrebbe prodotto risultati positivi e l’avrebbe privato del protagonista delle sue storie, il coniglio Oswald, su cui Mintz deteneva i diritti d’autore, iniziò a pensare al modo in cui poter superare queste nuove difficoltà. La soluzione consistette nel continuare malvolentieri il suo lavoro nella Universal durante il giorno e di notte nel dedicarsi insieme a Ub alla creazione di nuove idee.

Walt aveva ora ventisette anni e molto del suo tempo lo aveva trascorso a sperimentare progetti cinematografici in un era in cui i mezzi tecnici per le riprese erano davvero pioneristici; conscio di ciò, ripeteva spesso nelle sue conversazioni che se avesse potuto imbarcarsi su una macchina del tempo, non avrebbe fatto altro che spostarsi nel futuro per impadronirsi delle tecnologie più evolute. Sentiva dentro di sé che, nonostante le sconfitte, avrebbe potuto creare qualcosa di realmente innovativo, capace di rendere reali tutti i suoi sogni da artista; l’unico modo per ottenere tutto ciò era quello di non accettare i limiti della realtà attuale e di continuare a far cinema in maniera diversa dal consueto.

Nelle sue realizzazioni aveva utilizzato spesso gli animali per narrare le abitudini degli esseri umani in forma caricaturale, ma capì che per fare il salto di qualità era necessario creare un personaggio nuovo, capace di risultare al tempo stesso buffo e sognatore, che contenesse nel suo aspetto e nella sua psicologia un ideale di ottimismo tipico della cultura americana e nel quale ognuno potesse identificarsi. Per questo scelse la caricatura di un piccolo topo con sembianze umane, Mickey Mouse (Topolino), quale modello universale, nella sua empatica semplicità.

La scrittura del primo film dedicato a Topolino ebbe inizio la notte stessa in cui Walt ebbe questa intuizione.

Da quel momento Walt e Ub si misero a lavorare senza sosta, spinti da incrollabile determinazione e autentica passione: Walt era la mente che ideava le gag e disegnava schizzi mentre Ub era il braccio che realizzava i disegni a regola d’arte ed insieme riuscivano a realizzare fino a 700 disegni a serata per dar vita alle fantastiche storie di Topolino. L’entusiasmo di Walt per la sua idea geniale fu smorzato dal catastrofico esordio del film: l’impressione generale fu che quel simpatico topolino non potesse affatto essere in grado di raccontare i paradossi della società americana ed a ciò si aggiunse l’opinione di numerosi suoi collaboratori che gli confidarono di non credere più nel suo sogno.

Ma neanche l’insuccesso e queste critiche demoralizzarono Walt, il quale seppe trarre insegnamenti da quell’errore, assumendosene la piena responsabilità ma restando fiducioso nella possibilità di realizzare il suo sogno. Era cosciente di aver sbagliato qualcosa nell’esecuzione di quella caricatura, anche se non era facile comprendere esattamente il perché; giunse alla conclusione che forse non era stato in grado di proporre le avventure di Topolino con i linguaggi cinematografici che in quell’epoca creavano maggiore interesse. Così, a forza di pensarci, ebbe un’intuizione ancora più ardita e complicata della precedente, sperando che potesse essere una garanzia di successo: per quel topolino dalla psicologia sofisticata, al quale era legato nel profondo, avrebbe progettato un nuovo cortometraggio, ma questa volta utilizzando il sonoro!  In questo modo Walt si ritrovò in gara contro gli altri produttori cinematografici di Hollywood a fare una corsa contro il tempo, perché nel 1927 ognuno di essi era pronto a tutto pur di trovare persone e strumenti in grado di dare al cinema voce e musica.

Walt ebbe l’astuta idea di diffondere la notizia che stava preparando un cartone animato dedicato a Topolino che si sarebbe avvalso del sonoro e questa mossa in breve tempo lo portò ad essere contattato da un losco uomo d’affari che possedeva uno strumento di sincronizzazione sonora di contrabbando che era pronto a vendere al migliore offerente.

Nonostante Walt fosse consapevole che, visti i ritmi con i quali la tecnologia audiovisiva stava avanzando, quello strumento dopo un anno sarebbe stato obsoleto, decise che non si potevano rimandare le novità da offrire al pubblico. Doveva essere assolutamente lui in prima linea ad attrarre spettatori al botteghino, quindi, pur di vincere quella sfida, rischiò molto denaro e vendette addirittura la sua automobile.

In pochi mesi il cortometraggio fu terminato e nel 1928 l’anteprima registrò il tutto esaurito al Colony Teather di New York e gli spettatori assistettero ad uno spettacolo che segnò un punto di svolta nella storia del cinema. Fu un tripudio e Topolino conquistò l’America e successivamente l’Europa. In breve tempo vennero realizzati numerosi episodi e creati nuovi personaggi (Paperino, Pippo e Pluto) e nel Natale del 1932 fu pubblicato il primo fumetto di Topolino, in formato giornale da otto pagine. Nel 1933 fu il momento de “I tre piccoli porcellini”, e nel 1937 fu la volta del primo grande classico dell’animazione Disney, quello nel quale Walt credette con tutto se stesso a tal punto da chiedere ingenti prestiti alle banche ed impegnare la casa pur di completare il capolavoro: “Biancaneve e i sette nani”. Il film riscosse un enorme successo, sin dalla prima proiezione, al termine della quale il pubblico si alzò per una calorosa standing ovation; risultando anche il film più redditizio dall’anno, risanò finalmente le magre finanze del testardo ideatore.

Seguirono opere geniali, come “Pinocchio” e “Fantasia”, che nonostante le energie impiegate, le originali creazioni di valore e gli sforzi produttivi, furono un flop dal punto di vista economico; “Fantasia” subì anche un riscontro deludente da parte del pubblico e della critica. Ma ancora una volta, il padre dell’animazione non si fece scoraggiare dalle battute di arresto e cercò di imparare la lezione, continuando a perseverare con coraggio, portando avanti le sue idee, inseguendo i suoi sogni e andando contro le consuetudini prestabilite.

Walt comprese che con “Fantasia”, aveva anticipato troppo i tempi usando effetti speciali, un’orchestra sinfonica e un innovativo sistema sonoro per i quali il pubblico non era ancora pronto. Il suo folle progetto di unire immagini e musica in un concerto creò dapprima uno dei momenti più difficili della storia della Disney, ma in seguito si rivelò uno dei suoi capolavori assoluti, confermando il fatto che Walt si presentava sempre come un precursore dei tempi.

L’estro di Walt continuò a creare nuovi eroi passati alla storia del cinema.

Nel 1941 uscì “Dumbo”, che purtroppo non riscosse un gran successo al botteghino; ma neppure il fatto che dopo l’uscita del film la Walt Disney Productions si ritrovasse piena di debiti e a rischio di fallimento, distolse il fiducioso e coraggioso Walt dal suo obiettivo: quello di preparare “Bambi”, che l’anno successivo, dopo un avvio in sordina, conquistò il pubblico.

Terminata la seconda guerra mondiale, che inevitabilmente rallentò la produzione, nei cartoni di Disney ritornano anche i personaggi umani: “Cenerentola”, “Alice nel paese delle meraviglie”, “Peter Pan” e “La bella addormentata nel bosco”. Poi fu l’ora di “Lilli e il vagabondo” e nel 1961 di uno dei più grandi successi Disney, “La carica dei 101”.

Nel 1955, quindici anni dopo averne avuto la prima intuizione, Walt aprì a Los Angeles il primo e più famoso parco di divertimenti a tema, Disneyland, concepito affinché le famiglie potessero divertirsi e svagarsi e i bambini incontrare i personaggi delle favole Disney; un mondo fantastico caratterizzato dalla magia degli spettacoli e dall’innovazione tecnologica, che ne decretarono il successo inarrestabile. Nel 1964 uscì nelle sale “Mary Poppins”, il film Disney di maggior successo negli anni Settanta.

Il 15 dicembre 1966 un arresto cardiaco pose fine all’esistenza di un genio della creatività capace di dar corpo ai sogni. In tutto il mondo la notizia ottenne grande risonanza ed è estremamente significativo il commento del governatore della California, il futuro presidente Reagan: “Da oggi il mondo è più povero”.

Walt Disney attraverso le sue opere riuscì a toccare i cuori e le menti di milioni di persone, portando gioia, divertimento, umorismo e felicità.

Visse una vita all’insegna della creatività, sempre alla ricerca di idee e tecniche per essere all’avanguardia e fu un precursore dell’innovazione, passando la maggior parte del suo tempo seguendo intuizioni, inventando realtà e sognando in grande.

Le sue opere vinsero in totale 22 Premi Oscar e Walt ne ricevette altri 4 dedicati alla carriera, ma lui stesso affermò in un’intervista: “Il premio più importante credo che sia aver potuto mettere in piedi questa splendida organizzazione e avere un pubblico che mi segue e apprezza quello che ho fatto in questi anni”.

Walt Disney è ancora considerato un eroe del Ventesimo secolo e la sua popolarità in tutto il mondo è basata sulle idee che il suo nome simboleggia: immaginazione, ottimismo e successo costruito partendo da zero.

A LEZIONE DA WALT DISNEY

 “Se puoi sognarlo, puoi farlo.”

 “Spero soltanto che non ci si dimentichi di una cosa. Che tutto è cominciato da un topolino.”

 “Non faccio film per guadagnare soldi. Guadagno soldi per fare film.”

 “Prendi una buona idea e mantienila. Inseguila, e lavoraci fino a quando non funziona bene.”

 “L’unico modo per iniziare a fare qualcosa è smettere di parlare e iniziare a fare.”

 “E’ qualcosa di divertente fare l’impossibile.”

 “Pensa, credi, sogna e osa.”

 “Un eroe non si misura dalla forza che possiede, ma dalla forza del suo cuore!”

 “Tutti i nostri sogni possono diventare realtà se abbiamo il coraggio di perseguirli.”

 “Una persona dovrebbe definire i suoi obiettivi il più presto che può e dedicare tutte le sue energie e il talento per arrivarci. Con uno sforzo sufficiente, può farcela. Oppure può trovare qualcosa che è ancora più gratificante. Ma alla fine, non importa quale sia l’esito, lui saprà che è stato vivo.”

 “Puoi realizzare il regno più fantastico e spettacolare del mondo, ma servono le persone per renderlo magico.”

 “Sogna la tua vita a colori: è il segreto della felicità.”

 “Non fermiamo la fantasia. Con la fantasia si può fare il più spettacoloso viaggio che sia consentito ad un essere umano.”

 “Io mangio, dormo e respiro disegni animati.”

 “Da queste parti, comunque, non ci guardiamo indietro a lungo. Andiamo sempre avanti, aprendo nuove porte e facendo cose nuove, perché siamo curiosi e la curiosità ci porta verso nuovi orizzonti.”

 “Tutte le avversità che ho avuto nella mia vita, tutti i miei problemi e gli ostacoli, mi hanno rafforzato. Tu non puoi rendertene conto quando accade, ma un calcio nei denti può essere la cosa migliore del mondo per te.”

 “Fantasia rappresenta la nostra avventura più eccitante. Finalmente abbiamo trovato un modo per utilizzare nel cartone animato la grande musica di tutti i tempi e l’ondata di nuove idee che essa suscita.”

 “In qualche modo non credo che ci siano sommità tali che non possano essere scalate da un uomo che conosce il segreto di realizzare i sogni. Questo speciale segreto, mi pare, può essere sintetizzato nelle quattro “C”. Queste sono curiosità, fiducia (confidence), coraggio e costanza, e la più grande di tutte è la fiducia. Quando credi in qualcosa, credici fino in fondo. In modo coinvolgente ed indiscutibile.”

 

Troverai le altre tre lezioni dei maestri della Genialità nell’ebook

“A lezione dai maestri della genialità”

http://www.goodmood.it/a-lezione-dai-maestri-della-genialita.html

A lezione da Walt Disney

Creatività

Una delle regole cardine per risolvere ogni tipo di sfida che la vita ci pone è

LIBERARE LA NOSTRA CREATIVITA’!

La creatività è quella potenzialità umana che consente di produrre idee nuove ed originali finalizzate al miglioramento della qualità della vita, di vedere la realtà circostante con occhi diversi e di rispondere ad essa aprendo il mondo del possibile.

creatività

Consigli per allenare la tua creatività:

Prendi il dizionario della lingua italiana, aprilo a caso e scrivi su un foglio la parola che ha richiamato per prima la tua attenzione nella pagina in questione. Fai così per altre tre volte. Con le quattro parole che ora hai a disposizione, apparentemente scollegate tra loro, crea una breve storia di senso compiuto utilizzando la tua fantasia.

Fa’ che le tue giornate siano ricche di novità, svolgendo il più spesso possibile attività e compiti per te inusuali. Assaggia un cibo che non hai mai provato, guarda un film di un genere diverso dal solito, leggi un articolo su un argomento curioso, prova uno sport nuovo, cambia strada evitando di percorrere il tragitto abituale per tornare a casa.

Sviluppa la tua curiosità verso tutta la realtà, ponendoti spesso domande sul come funzionano le cose che ti circondano. Ricerca informazioni su ciò che attira la tua attenzione anche se è molto lontano dalla tua vita quotidiana, ma prima di documentarti prova a formulare delle ipotesi.
Chiediti per esempio “come è possibile poter sentire una voce attraverso la radio?” o “come mai quando premo un interruttore si accende una lampadina?” o “come fanno gli animali a comunicare tra loro?” o “ma i pappagalli parlano veramente?” o “ma veramente le piante sono sensibili alla parole e alle carezze?”.

Porta sempre con te un taccuino o un registratore sui quali annotare o registrare le idee che ti vengono in mente durante la giornata.

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Allenandoti ad essere più creativo,

migliorerai notevolmente la qualità percepita della tua vita.

Se sabato sarai presente alla presentazione del mio libro “Le 3 Regole”…

…ci vediamo lì! 🙂

https://www.facebook.com/events/813520482068657/

PRESENTAZIONE COPERTINA

Se ti fa piacere lascia il tuo commento!

Ad maiora!

Marco

Più sicuro con il potere della risata

Uno dei metodi più efficaci per avere la mente e i muscoli rilassati durante una prestazione è quello di ridere e divertirsi. Per possedere un atteggiamento funzionale e positivo è fondamentale allenare la propria capacità di ridere di se stessi e con gli altri.

Diventa più sicuro di te con il potere della risata

Quando ridiamo e sorridiamo rilasciamo nel corpo sostanze positive, che hanno un effetto benefico sul nostro benessere psico-fisico. La scienza sostiene anche che la risata permette di trovare equilibrio e abbassa notevolmente i livelli di stress. Proprio in virtù di ciò è possibile affermare che la risata è un’arma potentissima per rafforzare la sicurezza in se stessi.

Alleniamoci dunque a liberare la nostra “risata interiore”!

Uno degli esercizi più semplici da praticare quotidianamente per consolidare questo atteggiamento positivo è direzionare l’attenzione su ciò che può stimolare il tuo sorriso.

Ricerca e trova immagini, foto o video che ti fanno ridere o ai quali hai ancorato un momento divertente e mettiti nelle condizioni di osservarli il più spesso possibile, soprattutto nei momenti in cui sei stressato, nervoso, triste o insicuro. Stampali e appendili in casa, mettili nel tuo portafoglio, salvali sul cellulare o sul computer.

Consenti al sorriso di cambiare in meglio lo stato d’animo del momento e ti renderai subito conto di essere più sereno e sicuro.

“Il mondo sembra sempre più luminoso dietro un sorriso.”

Diventa più sicuro di te con il potere della risata

Il Manifesto del Fare

Non so se hai avuto mai modo di leggere “The Cult of Done” (“Il Manifesto del Fare”), scritto dal creatore della stampante in 3D, Bre Pettis, nel quale egli condivide con gli imprenditori di tutto il mondo quelli che a suo giudizio sono i punti fondamentali di un uomo di successo.

I punti sono:

  1. Ci sono tre stati dell’esistenza: ignoranza, azione e completamento.
  2. Accetta che tutto è una bozza: questo ti aiuterà a fare.
  3. Non esistono passaggi intermedi; non pensare, agisci!
  4. Far finta di sapere cosa stai facendo è quasi lo stesso che saperlo fare davvero. Quindi accetta che sai quel che stai facendo, anche se non è vero, e fallo!
  5. Non procrastinare. Se aspetti più di una settimana a mettere in pratica un’idea, è meglio che l’abbandoni.
  6. Il bello di aver fatto una cosa non è tanto quello di averla completata, quanto di essere pronto per fare altro.
  7. Lo scopo del fare non è finire, ma poter fare altre cose. Quando hai portato a termine qualcosa, puoi accantonarlo per dedicarti ad altro.
  8. Ridi in faccia alla perfezione. E’ noiosa e ti tiene lontano dall’azione.
  9. Chi non si sporca le mani ha torto, chi fa ha ragione.
  10. I fallimenti contano come i successi, perciò commetti pure tanti errori.
  11. La distruzione è una variante dell’azione.
  12. Se hai un’idea e la pubblichi su Internet, questo conta come l’ombra del fare.
  13. Il fare è il motore del più.

Credo personalmente che questo sia un ottimo modo di pensare, che stimola enormemente la creatività e la spinta all’azione!

 

E tu che ne pensi?

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il manifesto del fare

Coaching per Adolescenti

Il coaching per adolescenti individua e sviluppa i requisiti principali di cui un adolescente ha bisogno per

affrontare al meglio questa particolare fase della vita

caratterizzata da insicurezza, ricerca d’identità, confusione mentale, crisi di significato e forti cambiamenti fisici; fase in cui il tempo sembra essere un eterno presente che non prevede progettualità, sogni, visioni e ambizioni.

Questa tipologia di coaching risponde alla richiesta di quei ragazzi che hanno bisogno di far nascere in se stessi il desiderio di costruire il proprio futuro e di scoprire il loro talento attraverso la piena consapevolezza delle proprie potenzialità e lo sviluppo della capacità di definire e perseguire i propri obiettivi e ha come scopo quello di fornire strumenti concreti per avere maggiore serenità, soddisfazione e speranza nel contesto familiare e scolastico.

E’ fondamentale per un ragazzo provare gratificazione, trovare la giusta motivazione, conquistare un risultato, acquisire un’abilità che non immaginava di avere, scoprire esempi positivi, essere stimolato creativamente, possedere un’intelligenza emotiva, dare un significato alla propria esistenza, avere un dialogo interno potenziante, identificare un’attività appagante che lo obblighi ad una disciplina dell’apprendimento.

Le tematiche che si possono affrontare afferiscono alle difficoltà scolastiche, all’errato metodo di studio, alle relazioni non funzionali con amici e genitori o a qualunque preoccupazione che influenzi la vita.

La situazione attuale degli adolescenti è pressoché drammatica, in quanto moltissimi di loro scelgono di non studiare abbandonando presto gli studi ma senza trovare un’alternativa nel lavoro; e così si ritrovano rinchiusi nella quattro mura di casa, immersi nei social network e nella noia assoluta trascorsa tra televisione e videogiochi. A ciò si aggiungono la rinuncia al dialogo con i propri genitori, l’ansia della competizione e l’incapacità di trovare un equilibrio tra il differenziarsi e allo stesso tempo l’integrarsi nel gruppo di pari. Molti sono anche gli adolescenti che purtroppo decidono col tempo di abbandonare anche sport e hobby, considerandoli qualcosa che richiede loro troppo impegno e fatica.

Il coach si oppone all’illusoria gratificazione immediata di falsi obiettivi appaganti e al paradigma del “tutto e subito”, che privano la vita della sua straordinaria bellezza e si impegna a supportare l’adolescente durante l’intero percorso, focalizzandosi sui suoi punti di forza, piuttosto che intervenire su ciò che non funziona. In tal modo,  accresce la sua autostima e la fiducia nei propri mezzi e offre al giovane l’incredibile opportunità di scoprire le proprie passioni e la sua vera vocazione che, unitamente all’allenamento delle potenzialità, delle intelligenze e delle competenze, lo metteranno in grado di elaborare un valido progetto di vita.

 Se sei un adolescente, un genitore o un insegnante CONTATTAMI per avere maggiori informazioni e insieme capiremo come affrontare e superare la situazione che stai vivendo, grazie anche alla collaborazione del:

Centro-Future-Lab

 

Impara a decidere

CONSAPEVOLEZZA

La mia adolescenza. E quell’atteggiamento che non ho mai tollerato in mia madre: la sua acquiescenza ai desideri degli altri nelle piccole decisioni.

Domenica di primavera: si potrebbe uscire sotto questo sole. Dove andare?

Lei risponde: “Dove volete voi. Per me va bene qualsiasi cosa.”

Pomeriggio estivo: al tavolo del bar arriva una leggera brezza marina. Il cameriere prende le ordinazioni: una birra per mio padre, un gelato per mio fratello, una gassosa per me. Mia madre è sempre l’ultima e si adegua alla scelta di uno di noi, senza rifletterci più di tanto: “Non so…Anche per me va bene una gassosa…”. Mi dà ai nervi e le bollicine della bibita frizzano in fondo alla mia gola come le parole che non riesco a dirle.

Sera d’inverno: all’ora di cena si discute inevitabilmente per il programma in TV. C’è un apparecchio soltanto a soddisfarci: Tribuna Politica per mio padre, canzoni per mio fratello, un teleromanzo per me. Guardiamo mamma: “Per me è identico. Basta che non litigate!”.

Non la capisco, sono proprio convinta che non la capirò mai. Dove sono i desideri che è doveroso esprimere, le scelte che bisogna sempre operare per raggiungere le proprie mète, pur minime?

Sono passati tanti, troppi anni.

Il mare fruscia davanti alla finestra, in questa già fresca sera d’estate.

Mentre finisco di riordinare la cucina arriva mio figlio – quattordici anni.

“Mamma, sono annoiato! Ti va di uscire o restiamo a casa?

“Per me è lo stesso”

“E dài! Facciamo un giro o giochiamo a carte?”

“Scegli tu, per me va bene comunque”

Il silenzio brevissimo è interrotto dalla stizza di lui: “Non ti sopporto quando fai così! Non è possibile che per te sia tutto uguale!”

L’impatto coi ricordi è violento quanto inatteso.

Mia madre. Io figlia.

Io madre. Mio figlio.

Io – mittente di una frase così vera, mai spedita tanti anni fa – la ricevevo ora come destinataria. E mentre cerco di rispondere, l’unica sensazione che percepisco in modo fluido è il dilatarsi interno di una consapevolezza calda e tagliente.

Il non scegliere non è acquiescenza tesa a evitare conflitti, non è rinunciare a se stessi per favorire gli altri.

E’ proprio indifferenza, il lasciarsi trascinare dal lieve moto dell’onda senza remare neanche un poco, dopo aver risalito troppe volte il fiume controcorrente.

E’ come guardare un cubetto si ghiaccio sciogliersi nel bicchiere d’acqua, trasparenza nella trasparenza, smussatura di angoli nel liquido che s’innalza piano, disfarsi del Piccolo Qualcosa, in un Grande Qualcos’altro… Finché muoiono tutti i confini e le differenze di forma.

E restano solo poche gocce, come lacrime dimenticate, in questo bicchiere d’esistenza lasciato evaporare al sole con istintiva noncuranza.

 

Laura Buscemi

 

 

Non restare indifferente ed impara a decidere!

Non lasciarti trascinare dagli eventi quotidiani senza agire.

Non essere passivo di fronte alle circostanze della vita.

Non rispondere alle situazioni che si presentano con un atteggiamento insensibile ed apatico.

Non essere estraneo alla vita e vivila da protagonista.

E’ arrivato il momento che tu prenda una posizione, non lasciare che gli altri o le circostanze decidano per te.

Esprimi sempre la tua opinione e non rinunciare a decidere consapevolmente anche nei piccoli avvenimenti quotidiani.

Decidi cosa ti piace, dove vuoi andare e con chi stare.

Ogni volta che agirai intenzionalmente la tua autostima crescerà, il tuo potere decisionale si rafforzerà e manifesterai il tuo vero sé.

Impara a decidere…

 impara a decidere

E’ nel momento delle decisioni che si plasma il tuo destino.”

Anthony Robbins

Il paradosso della tecnologia

Viviamo in un’era in cui la società di gran parte del mondo è costituita da esseri umani iper-connessi alla tecnologia, la quale ha assunto il potere di tradurre l’esperienza in nuove forme. Ogni estensione tecnologica si ripercuote inevitabilmente nel rapporto tra il contesto e le persone, che si sono ritrovate a dover fare i conti con una distorsione della realtà tale da veder crescere il vissuto virtuale a scapito delle relazioni umane.

Il paradosso della tecnologia risiede proprio nel fatto che essa ci consente di contattare virtualmente persone di ogni parte del mondo e al contempo ci isola dalle persone che fanno parte della nostra realtà circostante.

Chi è restio al cambiamento abilmente propagandato dai media e dal sistema culturale vigente, finisce ben presto per essere emarginato e tagliato fuori dal tessuto sociale tanto da sperare di trovare consolazione nell’adattamento, senza rendersi conto che dovrà comunque mettere in atto altre strategie per intessere delle relazioni umane realmente significative.

La tecnologia ci è sfuggita di mano e sembra aver creato un sistema autonomo che, offrendo apparentemente immense libertà all’uomo, ha inventato simultaneamente nuove trappole.

“Insieme ma soli.”

La parola chiave per risolvere il conflitto interno tra vita reale e virtuale che viviamo tutti i giorni sulla nostra pelle è: equilibrio. Equilibrio tra le due dimensioni, imparando ad utilizzare al meglio l’innovazione ma dedicando anche tempo alla ricerca, allo sviluppo e alla conservazione delle relazioni umane.

Per questo oggi più che mai abbiamo bisogno di allenare e rafforzare la nostra autoregolazione, quella potenzialità che ci permette di addestrare e dirigere in maniera efficace il focus mentale allo scopo di intraprendere e controllare le nostre azioni e di possedere la padronanza di noi stessi, per poterci esprimere autenticamente e vivere consapevolmente nel momento presente.

E’ l’autoregolazione che ci mette in condizione di gestire gli impulsi, di identificare ed eliminare i comportamenti nocivi e di resistere alle tentazioni, vivendo lontani da ogni forma di dipendenza e gratificazione immediata che risulti in contrasto con scopi etici più alti.

 

Manifestiamo la nostra libertà di pensiero,

decidendo fino a che punto la tecnologia debba interferire con le nostre vite!

 Sta a te la scelta!

paradosso tecnologia

Determinazione

La determinazione è una potenzialità tipica della virtù del coraggio e ci permette di percepire gli ostacoli non come spaventosi ed insormontabili ma come superabili e capaci di avvicinarci alla realizzazione dei nostri obiettivi di vita.

Quando non siamo determinati, risultiamo vulnerabili e indotti a distogliere lo sguardo dalle mete ambite, perdendo inevitabilmente di vista i nostri profondi intenti.

 

“Gli ostacoli non mi fermano. Ogni ostacolo si sottomette alla rigida determinazione.

Chi guarda fisso verso le stelle non cambia idea. ”

Leonardo Da Vinci

 

E’ l’essere determinati a raggiungere i nostri scopi che ci consente di:

  • Attivare il focus mentale nella giusta direzione concentrando l’attenzione su ciò che desideriamo e distogliendola da ciò che non è rilevante.
  • Uscire dalla zona di confort con coraggio sfidando noi stessi ed imparando a governare la paura.
  • Agire consapevolmente con forza di volontà e motivazione intrinseca.

 

La linfa vitale di un piano d’azione efficace risiede proprio nella determinazione, che genera l’energia necessaria per portarlo a termine con successo entro i tempi desiderati attraverso la costanza delle azioni.

 

“La differenza tra l’impossibile e il possibile sta nella determinazione della persona.”

Tommy Lasorda 

 

Proprio per allenare questo potente tratto del carattere ho realizzato un audiobook ed un ebook che hanno lo scopo di favorirne lo sviluppo.

Li puoi trovare su:

http://www.goodmood.it/determinazione.html

http://www.goodmood.it/determinazione-1426.html

https://itunes.apple.com/it/audiobook/determinazione.-manuale-strategico/id937772939

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