CONSAPEVOLEZZA

La mia adolescenza. E quell’atteggiamento che non ho mai tollerato in mia madre: la sua acquiescenza ai desideri degli altri nelle piccole decisioni.

Domenica di primavera: si potrebbe uscire sotto questo sole. Dove andare?

Lei risponde: “Dove volete voi. Per me va bene qualsiasi cosa.”

Pomeriggio estivo: al tavolo del bar arriva una leggera brezza marina. Il cameriere prende le ordinazioni: una birra per mio padre, un gelato per mio fratello, una gassosa per me. Mia madre è sempre l’ultima e si adegua alla scelta di uno di noi, senza rifletterci più di tanto: “Non so…Anche per me va bene una gassosa…”. Mi dà ai nervi e le bollicine della bibita frizzano in fondo alla mia gola come le parole che non riesco a dirle.

Sera d’inverno: all’ora di cena si discute inevitabilmente per il programma in TV. C’è un apparecchio soltanto a soddisfarci: Tribuna Politica per mio padre, canzoni per mio fratello, un teleromanzo per me. Guardiamo mamma: “Per me è identico. Basta che non litigate!”.

Non la capisco, sono proprio convinta che non la capirò mai. Dove sono i desideri che è doveroso esprimere, le scelte che bisogna sempre operare per raggiungere le proprie mète, pur minime?

Sono passati tanti, troppi anni.

Il mare fruscia davanti alla finestra, in questa già fresca sera d’estate.

Mentre finisco di riordinare la cucina arriva mio figlio – quattordici anni.

“Mamma, sono annoiato! Ti va di uscire o restiamo a casa?

“Per me è lo stesso”

“E dài! Facciamo un giro o giochiamo a carte?”

“Scegli tu, per me va bene comunque”

Il silenzio brevissimo è interrotto dalla stizza di lui: “Non ti sopporto quando fai così! Non è possibile che per te sia tutto uguale!”

L’impatto coi ricordi è violento quanto inatteso.

Mia madre. Io figlia.

Io madre. Mio figlio.

Io – mittente di una frase così vera, mai spedita tanti anni fa – la ricevevo ora come destinataria. E mentre cerco di rispondere, l’unica sensazione che percepisco in modo fluido è il dilatarsi interno di una consapevolezza calda e tagliente.

Il non scegliere non è acquiescenza tesa a evitare conflitti, non è rinunciare a se stessi per favorire gli altri.

E’ proprio indifferenza, il lasciarsi trascinare dal lieve moto dell’onda senza remare neanche un poco, dopo aver risalito troppe volte il fiume controcorrente.

E’ come guardare un cubetto si ghiaccio sciogliersi nel bicchiere d’acqua, trasparenza nella trasparenza, smussatura di angoli nel liquido che s’innalza piano, disfarsi del Piccolo Qualcosa, in un Grande Qualcos’altro… Finché muoiono tutti i confini e le differenze di forma.

E restano solo poche gocce, come lacrime dimenticate, in questo bicchiere d’esistenza lasciato evaporare al sole con istintiva noncuranza.

 

Laura Buscemi

 

 

Non restare indifferente ed impara a decidere!

Non lasciarti trascinare dagli eventi quotidiani senza agire.

Non essere passivo di fronte alle circostanze della vita.

Non rispondere alle situazioni che si presentano con un atteggiamento insensibile ed apatico.

Non essere estraneo alla vita e vivila da protagonista.

E’ arrivato il momento che tu prenda una posizione, non lasciare che gli altri o le circostanze decidano per te.

Esprimi sempre la tua opinione e non rinunciare a decidere consapevolmente anche nei piccoli avvenimenti quotidiani.

Decidi cosa ti piace, dove vuoi andare e con chi stare.

Ogni volta che agirai intenzionalmente la tua autostima crescerà, il tuo potere decisionale si rafforzerà e manifesterai il tuo vero sé.

Impara a decidere…

 impara a decidere

E’ nel momento delle decisioni che si plasma il tuo destino.”

Anthony Robbins

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